Sintetizzatori analogici Moog: lo stato dell’arte.
Alla fine degli anni ’50 un ingegnere di origine tedesca, Robert (Bob) Moog, si appassionò a tal punto alla realizzazione di strumenti elettronici in grado di produrre sonorità nuove, da decidere di dedicare a questa attività tutta la propria vita. Tali strumenti consentivano di padroneggiare e controllare i suoni nei loro parametri tramite filtri, variazioni di tensione degli oscillatori e altre modifiche attivabili a discrezione del musicista. I sintetizzatori Moog diedero il via all’era della musica elettronica di massa, una musica plasmata in tutte le sue possibili variabili come non era mai stato possibile prima nella storia.
I sintetizzatori Moog furono e sono tuttora una serie di dispositivi analogici progettati e costruiti a partire dalla fine degli anni ’50 presso la R.A Moog co., in seguito Moog Music Inc. di Asheville in North Carolina. Questi strumenti sono stati alla base del moderno sviluppo della musica elettronica e, con i primi dispositivi portatili messi in commercio a partire dai primi anni ’70, sono diventati il vero riferimento del settore a cui molti altri costruttori hanno dovuto necessariamente ispirarsi. Il termine “moog” è divenuto col tempo sinonimo di sintetizzatore, e viene spesso utilizzato per riferirsi genericamente a tutti i sintetizzatori analogici degli anni ’60 e ’70.
I dispositivi Moog furono sviluppati industrialmente in ridotte produzioni in serie negli anni ’60 soprattutto in seguito all’invenzione e alla disponibilità diffusa dei transistors. Questi componenti elettronici compatti ed economici consentirono a diversi sviluppatori come Robert Moog, di progettare per la prima volta nella storia delle apparecchiature di dimensioni relativamente contenute e dal costo accessibile, soprattutto se confrontate con i grossi e costosi sintetizzatori a valvole termoioniche del periodo precedente.

I sintetizzatori Moog divennero improvvisamente famosi soprattutto dopo la loro presentazione ufficiale al Monterey International Pop Festival nella sua edizione del 1967. Successivamente a questo evento, diversi musicisti, colpiti dalle sorprendenti e innovative sonorità, iniziarono ad utilizzare i Moog. Il definitivo successo di mercato giunse tuttavia con il celebre album “Switched-On Bach” di Wendy Carlos, che divenne uno tra i più venduti dischi di musica classica di tutti i tempi.
Gli inizi della produzione in serie sotto il coordinamento dell’Ing. Robert Moog furono delle rielaborazioni del Theremin, che fu messo in commercio nella sua prima versione transistorizzata nel 1961. In seguito, dopo il completamento degli studi in ingegneria fisica, Robert Moog iniziò a sviluppare delle apparecchiature transistorizzate basate sugli oscillatori a tensione variabile, che potessero essere meglio gestite e controllate nei vari parametri.
I sintetizzatori di suoni a valvole termoioniche in produzione negli anni ’50 e primi anni ’60 erano infatti dispositivi semplificati, con pochissime regolazioni e costruiti su ordinazione dei clienti. Non era previsto alcun genere di produzione di massa.
I sintetizzatori Moog analogici furono i primi ad essere prodotti in piccola serie, a prezzi accessibili. Erano predisposti fin dall’origine per poter effettuare registrazioni multitraccia di livello professionale negli studi di registrazione, e totalmente configurabili mediante una struttura di tipo modulare.

Un altro evento che spinse Moog a sviluppare il sistetizzatore analogico a transistor fu l’incontro con l’educatore e compositore Herbert Deutsch nel 1963. Negli anni seguenti Moog intraprese con la collaborazione di Deutsch la costruzione del primo sintetizzatore modulare a voltaggio controllato. Il prototipo di questo dispositivo fu mostrato alla Audio Engineering Society nell’ottobre del 1964, dove il compositore Alwin Nikolais ne acquisto immediatamente uno.
In seguito Moog presentò i suoi sintetizzatori a vari eventi del settore, come ad esempio la “AES conference”, e fece dimostrazioni in pubblico delle caratteristiche che potevano offrire le sue nuove invenzioni. La produzione dei sintetizzatori fu in seguito standardizzata e illustrata nei dettagli con pubblicazioni specifiche presentate ai principali eventi di specialisti del settore e alcuni tra i maggiori musicisti dell’epoca.
In un periodo in cui i dispositivi elettronici erano relativamente costosi, i sintetizzatori Moog basati sul controllo del voltaggio degli oscillatori VCO si dimostrarono subito una scelta pratica e conveniente soprattutto in rapporto alla grande versatilità di cui disponevano.
Moog Theremin
I primi strumenti musicali costruiti da Robert Moog con la R.A. Moog furono i Theremin, prodotti dal 1954 al 1961 in più versioni e poi nuovamente rimessi in produzione. Sono tuttora presenti nel catalogo della Moog Music.
Questi dispositivi derivano da un originale brevetto del 1928 del fisico russo Léon Theremin. Sono controllati senza contatto fisico con il musicista che li utilizza tramite la variazione dei campi elettromagnetici emessi da due antenne che determinano la creazione di condensatori virtuali.
Il controllo del Theremin avviene muovendo le mani in aria nella zona sopra le antenne, che vengono utilizzate una per la variazione di tono e la seconda per la variazione di volume. Come per i sintetizzatori, il suono viene generato da oscillatori a tensione variabile, amplificato e inviato agli altoparlanti.

Serie Moog Modular
Il capostipite dei sintetizzatori Moog è costituito dal Moog Modular, prodotto in varie versioni e modelli a partire dal 1964. Ampiamente utilizzato da alcuni tra i maggiori compositori e musicisti dell’epoca, tra i quali Keith Emerson, Giorgio Moroder, Il Guardiano del Faro, Gorecki, Wendy Carlos e altri.
Questo sintetizzatore analogico è costituito da una serie di moduli di formato standard, collegati tra loro tramite cavi e montati in un cabinet di grandi dimensioni. Ogni modulo esegue una funzione specifica come ad esempio la produzione di un segnale in base a una specifica forma d’onda. Altri moduli si occupano di modificare il segnale.

Con il sistema modulare ideato da Moog è possibile modificare i suoni in base a una pressochè infinita serie di parametri, quali ad esempio le forme d’onda e tutti i generi di modifiche allo spettro sonoro. Le forme d’onda dipendono dai moduli VCO costituiti da oscillatori a voltaggio variabile, le variazioni di spettro sono determinate dai moduli VCF che contengono dei filtri predefiniti. Ulteriori moduli modificano altri parametri, come il decay, l’attack, sustain e release. Tutti i moduli sono collegati tra di loro mediante cavi a singolo connettore da 1/4 di pollice. Il risultato finale del sistema Modular è la possibilità di plasmare i suoni in modo totale.
Il Moog Modular fu utilizzato sia da musicisti e compositori, sia da ricercatori e università per effettuare approfonditi studi di acustica. Lo scopo del Moog Modular era più quello di strumento per studi di registrazione e per ricerca, piuttosto che per esibizioni dal vivo. Per il suo aspetto imponente e scenografico fu però usato anche in alcuni concerti live, ad esempio da Keith Emerson, più che altro per impressionare il pubblico di fronte a uno strumento di tali dimensioni.
Emerson Moog Modular System
Derivato dal Moog Modular, questo enorme sintetizzatore analogico è lo strumento musicale di maggiori dimensioni tra tutti i sintetizzatori Moog prodotti. E’ stato costruito in base alle specifiche richieste da Keith Emerson alla fine degli anni ’60 e, nonostante le sue dimensioni ciclopiche, fu utilizzato anche in alcune esibizioni dal vivo per il suo indubbio effetto scenografico.
Viene tuttora costruito su richiesta, a mano, e con le stesse tecniche di assemblaggio del prototipo. Il risultato è sostanzialmente identico all’originale e viene venduto su ordinazione al costo di circa 150.000 dollari.

Moog Modular 1c 1968
Derivato dai precedenti sintetizzatori modulari, il modello Moog 1c del 1968 fu prodotto per avere una maggiore diffusione commerciale. Si trattava sempre di un dispositivo costituito da diversi moduli collegabili a discrezione dell’utilizzatore, con una struttura di base e un cabinet predefinito di dimensioni più contenute rispetto ai giganteschi armadi piendi di moduli delle prime versioni, ma pur sempre grande, pesante e difficile da trasportare.

Moog Sonic V e Sonic VI 1972 – 1979
Per favorire la diffusione dei dispositivi Moog, nel 1972 furono messi in commercio i primi sintetizzatori portatili di dimensioni relativamente ridotte, che potevano essere trasportati più facilmente per esibizioni e dimostrazioni in pubblico effettuate anche dallo stesso Robert Moog.
La versione più diffusa fu il Sonic VI o Six che era inserito interamente in una custodia a forma di valigia rettangolare provvista di maniglia. Si trattava di un sintetizzatore analogico duofonico a due oscillatori VCO con tastiera di 49 tasti derivato da un dispositivo prodotto da un’azienda esterna poi incorporata in Moog R.A.

Minimoog Model D 1972
Sempre nel 1972 vide la luce il Minimoog prodotto fino al 1981. Si trattava di un sintetizzatore monofonico adatto ai concerti dal vivo e per essere utilizzato da musicisti pop/rock. Mentre i grandi sintetizzatori Moog Modular erano grossi, costosi, delicati e poco adatti ad essere portati sul palco, il Minimoog fu progettato con il preciso scopo di essere utilizzato nei concerti.
Erano incluse le funzioni principali di un Moog Modular ma in un cabinet compatto e relativamente leggero che non necessitava di cavi per il collegamenti dei moduli. Nonostante sia uno strumento progettato 45 anni fa, rimane molto richiesto anche sul mercato dell’usato per il suo utilizzo intuitivo.

Il pannello frontale di un Minimoog è suddiviso in tre sezioni principali: il generatore di segnale con tre VCO Voltage Controlled Oscillators, il filtro con il VCF Voltage Controlled Filter, l’amplificatore VCA Voltage Controlled Amplifier. Il Minimoog è un classico monofonico, il che significa che può essere suonata una sola nota alla volta tramite tastiera. Il suo leggendario suono corposo e potente deriva dal particolare design a tre oscillatori.
Moog Satellite 1973
Anche questo sintetizzatore Moog era un monofonico, a a differenza del Minimoog, in questo caso era installato un singolo oscillatore VCO. L’aspetto era quello di un piccolo organo elettrico in stile anni ’70 con all’interno la struttura di un sintetizzatore analogico semplificato.
La finitura era in legno con un aspetto tipicamente vintage. I tipi di suoni erano preimpostati e selezionabili tramite switch: brass, reeds, strings, bell, lunar sound. La tastiera era di 37 note. Nonostante le prestazioni limitate fu utilizzato da molti artisti famosi, tra cui Vangelis e Goblin.
Moog Synthetizer 15
Modello prodotto a partire dal 1973, fino al 1980 e successivamente in edizioni limitate. Si tratta di un sintetizzatore bifonico modulare compatto trasportabile in apposita custodia già integrata nel cabinet. Equipaggiato con gli oscillatori serie 921 VCO, è in grado di riprodurre le stesse prestazioni acustiche dei grossi Moog 55 e 35 in una struttura di ridotte dimensioni.
Nel 2015 Moog ha messo in produzione limitata a 150 unità di una replica esatta del sintetizzatore utilizzando componenti analoghi. La tastiera del tipo 952 va collegata tramite cavo agli ingressi degli oscillatori.

Micromoog Synthetizer 1975
Pensato per essere una versione più economica del Minimoog, era un sintetizzatore portatile monofonico a singolo oscillatore con tastiera da 32 note. Fu prodotto quando Robert Moog si rese conto che molti musicisti desideravano utilizzare un sintetizzatore nelle loro esibizioni dal vivo, ma non erano in grado di spendere 1500 dollari per il Minimoog.
Le prestazioni erano sostanzialmente analoghe al modello maggiore. Poteva essere collegato ad altri sintetizzatori Moog tramite interfaccia MIDI in modo da produrre una ulteriore linea sonora.

Minitmoog 1975
Molto simile al Moog Satellite, il Minitmoog era uno strumento destinato a un più vasto pubblico grazie al suo prezzo abbordabile e alle ridotte dimensioni. La tastiera compatta comprendeva 37 note con tasti sensibili alla pressione e il suono poteva essere trasposto fino a 3 ottave superiori o inferiori con apposito cursore sulla consolle. Per semplificare l’utilizzo, erano preimpostati in fabbrica una serie di suoni fondamentali, Clarinet, Trumpet, Taurus, Oboe, Sax, Violin, Lunar, Piano, Guitar I, Guitar II, Aries, Flute.
La struttura del sintetizzatore era costituita da due oscillatori VCO che lavorando insieme producevano un suono monofonico. Era tuttavia possibile regolare separatamente i due oscillatori per produrre due suoni diversi abbinati.

Polymoog 1975
Il Polymoog era un sintetizzatore analogico polifonico prodotto in due versioni, la 203a dal 1975 e la 280a del 1978. La tastiera di 71 tasti pesati e sensibili al tocco era tecnicamente divisa in tre sezioni, ognuna delle quali con un controllo volume separato. La struttura complessiva era simile a quella di una tastiera elettronica o organo elettrico, ma presentava i controlli tipici dei sintetizzatori analogici, quali gli oscillatori controllati in tensione, un oscillatore in bassa frequenza e diversi filtri.
Il musicista poteva variare forma e ampiezza d’onda. Erano presenti otto suoni predefiniti, strings, piano, harpsichord, funk, vibes, brass, clav. Nella versione Moog 280a fu inoltre inserita la famosa “Vox Humana” e altre preselezioni. Il Polymoog è stato utilizzato da molti musicisti, come ad esempio Keith Emerson, Roby Facchinetti, Nick Rhodes, Lucio Battisti.

Multimoog 1978
Il Multimoog era un sintetizzatore analogico Moog monofonico prodotto dal 1978 al 1981. Si trattava di un dispositivo a due oscillatori VCO e controllo della forma d’onda. Derivato dal precedente Micromoog, ne riprendeva la scheda principale alla quale si aggiungeva una seconda scheda. L’obiettivo era di fornire un’alternativa meno costosa al Minimoog.
Nonostante il prezzo più basso il Multimoog aveva caratteristiche per alcuni aspetti più avanzate rispetto al Minimoog. Tra queste ad esempio la funzione “Aftertouch” che consentiva di attivare un effetto particolare, ad esempio vibrato, tenendo premuto il tasto e migliorando notevolmente le possibilità di espressione dello strumento. La tastiera era monofonica, provvista di 44 tasti con “Aftertouch”.

Taurus 1975
Prodotto dal 1975 al 1981 nella versione originale Taurus 1, questo sintetizzatore polifonico a pedali fu in seguito replicato con aggiornamenti nelle successive versioni Taurus II dal 1981 al 1983 e Taurus III dal 2010 al 2012. A differenza di altri dispositivi Moog, prevedeva di essere utilizzato solo tramite comandi a pedali simili a quelli degli organi elettrici. In questo modo il musicista poteva utilizzare le mani per suonare sulle tastiere, padroneggiando il sintetizzatore solo con i piedi.
Questo strumento fu particolarmente usato dai gruppi di Rock progressivo come ad esempio: Genesis, Dream Theater, Yes, Rush, oltre che dai Pink Floyd e Jean Michel Jarre. La versione del 2010 ripropose fedelmente l’originale del 1975 emulando i circuiti analogici per ottenere effetti sonori analoghi. Il Taurus in realtà era parte parte di un progetto più vasto chiamato Constellation, che prevedeva la produzione di altri sintetizzatori e tastiere. I prototipi degli altri componenti furono utilizzati dai Keith Emerson ma mai prodotti in serie.

Moog Prodigy 1979
In produzione dal 1979 al 1984, il Prodigy era un sintetizzatore monofonico entry-level equipaggiato con due VCO configurabili separatamente su diverse forme d’onda. Questo siintetizzatore si distingueva per l’estrema versatilità, potendo produrre una gamma di suoni molto ampia e varia.
L’utilizzo era inoltre più semplice rispetto adl altri strumenti Moog, al punto che era considerato un buon punto di partenza per iniziare ad utilizzare i sintetizzatori analogici. La struttura di base prevedeva due oscillatori VCO, un Moog 24dB/lowpass filter, un generatore A/D/S e i filtri LFO
Da questo sintetizzatore tra il nome il gruppo inglese “The Prodigy”.

Moog Opus 3 1980
Un sintetizzatore polifonico Moog compatto ma dalle grandi prestazioni, l’ Opus 3 fu progettato direttamente da Herbert A. Deutsch della Hofstra University. Ovvero il famoso scienziato che aveva indirizzato fin dalle origini Robert Moog verso la costruzione di sintetizzatori. In seguito lo stesso Deutsch divenne direttore commerciale e marketing della Moog Music.
Le diverse sonorità del Moog Opus 3 erano suddivise in tre categorie: Strings, Brass e Organ. Strings e Brass hanno il loro filtro VCF separato, mentre la sezione Organ era priva di filtro VFC.
L’Opus 3 possedeva inoltre due uscite per produrre un suono con uno dei primi effetti stereofonici disponibili per sintetizzatore.

Moog Liberation 1980
Il Moog Liberation fu l’unico sintetizzatore con tracolla prodotto dal costruttore americano. Utilizzabile come una chitarra elettrica, nonostante le dimensioni contenute era un completo sintetizzatore Moog monofonico con due oscillatori, confrontabile per le sue caratteristiche con i classici Moog Rogue, Concertmate e Prodigy. In particolare proprio dal Prodigy riprendeva i controlli che erano quasi indentici, con l’aggiunta di un cursore per variare il timbro e altri controlli Noise e Polysinth nella sezione Mixer. Per facilitare l’utilizzo a tracolla, il Liberation era provvisto di appositi cursori e pulsanti attivabili con maggiore facilità.
Il Liberation è piuttosto semplice da utilizzare e ha un eccellente sound Moog monofonico che viene prodotto dai due oscillatori VCO. Ogni oscillatore può essere controllato nei vari parametri e forme d’onda. Sono inclusi i consueti filtri 24 db/oct, risonanza, sustain, etc.
Il Liberation fu piuttosto popolare tra i musicisti negli anni ’80 e fu utilizzato ad esempio da Kool and The Gang, The Human League, 808 State, Apollo 440, Devo, Jean Michel Jarre.

Moog Rogue 1981
Il Rogue del 1981 fu il primo autentico prodotto economico di Moog. Si trattava di un sintetizzatore monofonico analogico che abbinava a un prezzo contenuto, caratteristiche e prestazioni simili a quelle dei classici strumenti Moog. Questo risultato era ottenuto semplificando il più possibile design, finiture e struttura della console. Il risultato fu talmente efficiente e apprezzato che Moog concesse la licenza di produrre il Rogue ad altri costruttori, come Tandy, che produssero il quasi identico MG-1 a un costo inferiore.
Il Rogue può essere considerato una vera versione ridotta del Prodigy, che era già uno strumento di dimensioni ridotte derivante dal Minimoog. Le prestazioni del Rogue erano più limitate rispetto al Prodigy, in particolare le forme d’onda erano predefinite e la gamma di suoni era quindi necessariamente più ristretta. Inoltre non era possibile mixare forme d’onda diverse sui due oscillatori. Anche la sezione filtri era più limitata.
Con il Rogue, Moog raggiunse l’obiettivo di ridurre il costo e di rendere il sintetizzatore uno strumento di massa, facile da usare, versatile e utile per ampliare le possibilità sonore di gruppi e musicisti anche con un budget limitato. Il Rogue fu usato tra gli altri da Peter Gabriel, Stereolab. Nonostante il buon successo del Rogue, Moog fu in seguito criticata per aver utilizzato la struttura di questo sintetizzatore per realizzare il meno apprezzato Taurus II, che era in sostanza un Rogue con comandi a pedali.

Memorymoog 1982
Questo sintetizzatore fu l’ultimo della produzione della prima azienda di Robert Moog, la R.A. Moog Co. fondata nel 1953 e andata in bancarotta nel 1986, dopo essere stata abbandonata nel 1977 dallo stesso fondatore. Da alcune caratteristiche di questo strumento Moog si notano le difficoltà in cui si trovava il costruttore, per l’incompleto sviluppo delle varie funzioni.
Ad esempio non fu mai implementata del tutto la funzionalità MIDI che si stava diffondendo molto nei primi anni ’80. Solo nella seconda versione, il Memorymoog Plus, fu inserita una versione semplificata dell’interfaccia MIDI, oltre a nuovi controlli degli oscillatori di migliore qualità.
A causa dello sviluppo incompleto del Memorymoog con l’interfaccia MIDI, è frequente trovare ancora oggi versioni con numerosi upgrades e retrofit. Il più diffuso upgrade è il LAMM (Lintronics Advanced Memorymoog), progettato in origine per il modello standard, ma disponibile anche per la versione PLUS.
Questo sistema fornisce le funzioni MIDI più avanzate in un hardware miglirato rispetto a quello installato in fabbrica. Altri upgrade MIDI furono prodotti da Kenton, che forniva anche il servizio di installazione. Per i Memorymoog vintage, gli upgrade presenti possono incrementarne in maniera significativa il valore.
La struttura del Memorymoog corrisponde a 6 Minimoogs installati in parallelo in un unico strumento. Per ogni voce sono presenti oscillatori VCO dedicati e filtri specifici. Esiste una modalità monofonica a 18 oscillatori funzionanti all’unisono per produrre suoni bassi estremamente potenti e di riferimento. La memoria è in grado di gestire 100 tracce simultaneamente.
Tra i principali utilizzatori del Memorymoog vi furono: Duran Duran, Jean Michel Jarre, Bon Jovi, INXS, Rick Wakeman.

Modelli successivi al 2002
Dopo il fallimento nel 1986 della prima azienda di Robert Moog, per diverso tempo i modelli Moog furono disponibili solo sul mercato dell’usato. Nel frattempo il fondatore si dedicò alla produzione di Theremins, effetti elettronici e vari strumenti analogici con la Big Briar, anche in partnership con altre aziende.
Solo nel 2002, dopo una lunga battaglia legale con l’imprenditore Don Martin, che aveva cercato invano di riprodurre i sintetizzatori Moog, Robert Moog tornò finalmente in possesso dei diritti di produzione e del nome Moog e ricostituì la società a pieno titolo.
Bob Moog tuttavia non fece in tempo a rivedere gli antichi fasti della Moog Music, perchè scomparve per una grave malattia nel 2005. Da quell’anno la società è gestita da Mike Adams in qualità di presidente.
Negli ultimi anni Moog Music Inc. ha rimesso in produzione molti modelli storici del marchio, dei quali alcuni costruiti su richiesta dei clienti, come ad esempio i famosissimi Modular 55 e 35. Su specifica richiesta è inoltre possibile acquistare ad esempio il famoso Emerson Moog Modular System, prodotto in sole 3 unità in tutto il mondo. A listino sono presenti anche diversi modelli aggiornati.
Moog Sub 37
Tra i più noti dispositivi della produzione attuale di Moog Music co. troviamo il Moog Sub 37. Questo strumento è prodotto in edizione limitata ma al momento è facilmente reperibile presso i maggiori rivenditori autorizzati.
Si tratta di un sintetizzatore analogico compatto, trasportabile, monofonico o parafonico (due note). La tastiera è composta da 37 tasti semi pesati con funzione After-pressure per l’attivazione di effetti. E’ presente un display LCD retroilluminato che indica i principali parametri di funzionamento.
Il motore di sintesi è quello del pluripremiato Sub Phatty, modificato e migliorato per agevolare l’utilizzo da parte dell’utente in base alle indicazioni degli stessi musicisti. Sulla console sono presenti 40 manopole, 74 switch e un display LCD.
Gli oscillatori sono due VCO con un suboscillatore. Sono presenti inoltre l’arpeggiatore, due inviluppi ADSR e due sezioni di modulazione separate. La più interessante specificità del sub 37 è la parafonia, con la quale è possibile controllare due note simultaneamente in tutti i parametri attraverso un percorso di filtri variabili.

Moog Sub Phatty
Premiato per la sua tecnologia e per i risultati raggiunti in occasione del TEC Award, il Moog Sub Phatty è uno dei dispositivi analogici Moog più apprezzati di sempre. Il progetto è stato pensato fin dalle origini per ottenere prestazioni molto elevate e con la possibilità di impostare i parametri in modo estremamente preciso.
I circuiti, nonostante l’architettura analogica, sono efficienti a tal punto da non necessitare di preriscaldamento. Il dispositivo è immediatamente pronto una volta acceso e dopo aver impostato i settaggi. La tastiera ha 25 tasti semi pesati con un motore analogico monofonico a due oscillatori. Sono presenti i controlli Pitch Bend e Mod Wheel.
Tra le principali caratteristiche si nota la sezione Multidrive che consente di padroneggiare il suono con maggiore efficacia. Anche la sezione Mixer è innovativa e include un sub-oscillatore che produce un’onda quadra un’ottava sotto l’oscillatore primario. L’utilizzo di un terzo oscillatore aggiunge profondità ed energia in particolare alle note basse, che presentano una potenza inusuale.
Il generatore di rumore a bassa frequenza consente di impostare effetti sonori e percussioni con la massima precisione e con risultati sorprendenti. Il Moog Sub Phatty può gestire un grande numero di parametri e tutte le impostazioni sono facilmente accessibili dal pannello frontale dello strumento, oppure tramite il plugin-editor.

Moog Voyager XL
Basato sulla struttura del Minimoog Model D, il Moog Voyager XL è uno dei più completi strumenti portatili prodotti da Moog. Per le sue eccellenti doti è stato premiato nel 2012 in USA come miglior sintetizzatore analogico della sua categoria dalla rivista Sound on Sound.
La struttura rimane sempre quella di un sintetizzatore monofonico con tastiera di 61 tasti pesati con after-pressure per il controllo degli effetti direttamente dai tasti. E’ possibile ad esempio programmare il vibrato ed attivarlo con una ulteriore pressione direttamente sul tasto. Tra le altre funzioni si notano in particolare un ingresso per audio esterno, un display touch di controllo dei parametri, ulteriori filtri LFO, l’interfaccia MIDI completa.

MOOG Mother 32
Il Mother 32 è un sintetizzatore da tavolo semi-modulare a singolo oscillatore VCO. Può essere collegato a coppie o sistemi di tre strumenti per moltiplicare le possibilità di elaborazione dei suoni. E’ dotato inoltre di Step Sequencer, filtri Low pass e High pass con risonanza conotrollata in tensione, un oscillatore separato per la definizione delle forme d’onda, un oscillatore di modulazione sub audio, due mixer, MIDI in e MIDI to CV, 32 patch point modulari con 5 cavi inclusi.
Può essere montato in rack per due o rack per tre componenti che possono essere interconnessi direttamente dal pannello frontale tramite cavi in dotazione da 3,5 mm.


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